OTS-3

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OTS-3

JEBEDIAH
– TEST VESSEL MK I –

Abbiamo già utilizzato il Test Vessel mk I per una missione del progetto RAZOR (OTS-2) tuttavia questa nuova missione aveva il compito di alzare l’asticella dei traguardi che possiamo raggiungere. E superare.

Jebediah è stato incaricato di compiere una missione abbastanza pericolosa. Carica di rischi. Con grande possibilità di riportare gravi danni, sia al vettore sia alla sua persona.

screenshot0Ma qual era lo scopo di questa OTS-3? Molto semplice. Riuscire ad effettuare una EVA nello spazio aereo immediatamente sopra il KSC. Perchè? Beh, perchè no? La scienza non può fermarsi di fronte a nulla! Pertanto, abbiamo pianificato una missione semplice, utilizzando un vettore già usato, al semplice scopo di effettuare tale EVA.

screenshot2Come già accaduto nella precedenza missione, il Test Vessel mk I ha lasciato il launchpad senza problemi, con un vettore di allontamento verticale ineccepibile. Jeb, dal suo Mk1 Command Pod, ha tenuto la situazione in perfetto controllo per tutto il tempo.

Avendo già effettuato una missione simile, per Jeb è stato più che naturale riuscire a manovrare il razzo con facilità. Lo spegnimento del razzo è avvenuto a T+00:00:14 momento in cui la navicella si trovava in quella che noi consideriamo il bioma delle shores.

screenshot5A quel punto è iniziata la missione vera e propria. La OTS-3, come detto, prevedeva un’attivita EVA in volo basso, nei cieli del KSC. E’ stato allora che Jebediah, velocemente e con grande capacità, ha lasciato la capsula di comando, aprendo il portellone.

Ed uscendo, con grande coraggio, al di fuori della capsula stessa, aprendo e richiudendo velocemente il portellone e stringendo saldamente con le mani le maniglie di servizio.

screenshot6E’ stato un momento emozionante. E pericoloso. Non poniamo mai abbastanza attenzione a questo aspetto ma questa volta era sotto gli occhi di tutti, qui al KSC, che quello che Jeb avrebbe compiuto, da lì a pochi secondi, rappresentava e sublimava tutta la filosofia del nostro programma spaziale: se una cosa può essere pensata, può essere realizzata.

Col cuore in gola e consci del rischio di effettuare una EVA in quelle condizioni di scarsa sicurezza noi al KSC abbiamo seguito in tempo reale l’attività di Jebediah, tirando un sospiro di sollievo quando il kerbonauta è rientrato, senza problemi, all’interno della capsula di comando.

Da lì in poi la OTS-3 è proseguita secondo il programma stabilito. Tornato ai comandi del suo Mk1 Command Pod, Jeb ha orientato la capsula verso il suolo, aprendo poco dopo il paracadute.

screenshot9La discesa è stata eseguita da manuale. Jeb, ormai, dimostra sempre più le sue innate qualità di pilota. Fra lui e Valentina è una vera e propria lotta nel decidere chi è il migliore. Probabilmente lo sono alla pari.

screenshot12La situazione, all’interno del Mk1 Command Pod è sempre stata sotto controllo, come potete vedere da questa fotografia scattata dal sistema di visualizzazione interno, collegato direttamente col KSC.

screenshot15La capsula ha toccato il suolo senza problemi e Jebediah ne è uscito indenne. Ancora una volta. E ancora una volta ha dimostrato il suo coraggio e le sue qualità.

screenshot18Effettuare una EVA in quelle condizioni avrebbe spaventato a morte qualunque altro kerbonauta. Ne siamo perfettamente consci. Ma siamo anche consci del fatto che Jeb rappresenta l’esemplare perfetto di kerbonauta. Quello che non si tira indietro davanti alle sfide.

Mai e poi mai. E’ grazie a kerbal di questo stampo se il nostro programma spaziale può continuare ad evolvere. Stiamo puntando in alto. Molto in alto.

E non abbiamo intenzione di fermarci.

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